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Le reliquie ci appaiono come una delle più interessanti manifestazioni del Medioevo oscuro e superstizioso.
E con ragione!
Se togliamo loro la polvere del tempo, scopriremo storie affascinanti e personaggi indimenticabili.
Soprattutto, attraverso di loro possiamo stabilire una connessione diretta con uomini e donne del passato e guardare 2000 anni di storia in modo nuovo.
La polvere del mantello di san Martino, il dentino da latte di Gesù Bambino, migliaia e migliaia di frammenti della Vera Croce recuperata da sant’Elena: se scorriamo l’elenco delle innumerevoli reliquie conservate nei nostri santuari e nelle nostre chiese, non possiamo trattenere lo stupore e l’ironia per una ‘tipica’ testimonianza della superstizione e dell’oscurantismo medievale.
Ma se quello delle reliquie può apparire un mondo esclusivamente connesso con l’aspetto devozionale, con la fede e con l’esaltazione del sacro, esplorare le storie a loro legate ci conduce in un inedito mondo fatto di viaggi avventurosi, raggiri, contese teologiche, battaglie campali e rapporti di potere secolari.
Basta ricordare l’importanza che hanno per Venezia e Bari le reliquie di san Marco e san Nicola, rispettivamente trafugate da Alessandria d’Egitto e da Myra.
Sono storie che vedono protagonisti non solo santi e uomini di Chiesa, ma anche sovrani, condottieri, donne straordinarie, nobili e personaggi minori come pirati, ladri,abili millantatori e tanta povera gente in buona fede.
Inseguendo queste storie il lettore sarà trasportato dal palazzo imperiale di Costantinopoli a ciò che resta del Calvario presso Gerusalemme, dal cuore dell’Arabia alla brumosa Britannia, dalle abbazie ai palazzi reali, dalle piccole pievi rurali fino alle cattedrali delle più grandi città d’Europa.
La presenza dei santi in Piemonte colpisce per la sua ampiezza e varietà. Si parte dai secoli più antichi del cristianesimo, già dai tempi di san Pietro apostolo, che avrebbe percorso la Valle di Susa per cristianizzare la regione; si prosegue con personaggi che sfumano nella leggenda, come i martiri della Legione Tebea; poi, avanzando nei secoli attraverso religiosi e laici dediti alla penitenza e alla carità, si arriva ai cosiddetti santi sociali ottocenteschi, come don Bosco o il Cottolengo, fin dentro il secolo appena trascorso. Questo libro, che è insieme repertorio biografico dei santi e raccolta di leggende, aneddoti e proverbi, offre una galleria di ritratti di più di 500 santi di ogni epoca che in qualche modo hanno avuto a che fare con il Piemonte: o perché vi sono nati e vissuti, o perché vi vengono venerati. Di ciascuno di essi viene raccontata la storia; vengono ricordati gli attributi che li caratterizzano e aiutano a riconoscerli nell'iconografia; sono riportati i principali proverbi piemontesi a essi ispirati; vengono infine indicati i luoghi della regione che hanno dedicato loro degli edifici di culto e delle opere d'arte, e le località che dai santi hanno preso il nome. Si delinea così un'interessante geografia del sacro e del meraviglioso: dove la meraviglia sta nelle storie straordinarie dei santi, ma anche nella bellezza delle opere d'arte che hanno ispirato, spesso nascoste in angoli poco noti, ma capaci di offrire incantevoli suggestioni.
Il numero di novembre è dedicato alla figura di San Martino di Tours, uno dei santi più rappresentati nelle chiese piemontesi e valdostane, e a San Martino papa.
La presenza di San Martino di Tours, riconoscibile in molti edifici romanici, gotici e rinascimentali, testimonia la continuità di una devozione che ha unito per secoli l’Europa cristiana.
Abbiamo scelto di valorizzare due luoghi emblematici: il campanile di San Martino o Ciucarun a Bollengo, antica torre romanica isolata nella campagna canavesana, e la chiesa di Saint Martin de Corléans ad Aosta, inserita in un contesto archeologico che documenta la lunga stratificazione del culto.
La sezione Biblioteca propone due testi di riferimento che aiutano a comprendere la figura del santo sia sul piano storico sia su quello spirituale, mentre le mappe tematiche consentono di esplorare l’ampia diffusione delle dedicazioni martinianee nel Piemonte e nella Valle d’Aosta.
Gli itinerari di scoperta seguono simbolicamente le “orme di Fra Martino”, guidando il lettore attraverso campanili, oratori e parrocchie che condividono lo stesso titolo.
A completamento, l’approfondimento agiografico ripercorre le vicende di San Martino di Tours e di San Martino Papa, mentre la sezione di glossario chiarisce il significato del termine cappa, il mantello divenuto emblema del gesto di carità che ha reso celebre il santo.
Questo numero vuole essere un invito a rileggere la figura di San Martino non solo come memoria liturgica, ma come segno concreto di solidarietà e attenzione verso il prossimo, valori che appartengono tanto alla storia religiosa quanto al patrimonio culturale delle nostre comunità.
Vi auguriamo una piacevole lettura e non vediamo l’ora di ritrovarvi nel prossimo appuntamento di dicembre, per proseguire insieme questo lungo viaggio tra arte, storia e spiritualità!
l viaggio alla scoperta di dettagli ci porta nel monregalese facendoci scoprire a Bastia Mondovì la splendida chiesa di San Fiorenzo, soprannominata la “Cappella Sistina del monregalese ed a Cigliè tre piccole ma significative cappelle dedicate a San Rocco, San Giorgio e San Dalmazzo.
A Bastia Mondovì possiamo ammirare gli affreschi che illustrano la vita e le opere di San Fiorenzo, di Sant’Antonio Abate e della Vergine.
Trovano inoltre spazio sulle sue pareti le rappresentazioni della Gerusalemme Celeste, dell’Inferno nonché la Passione di Cristo.
Il visitatore che entra nelle chiese romanico-gotiche, in genere rimane affascinato dagli affreschi che può ancora ammirare nonostante lo scorrere dei secoli.
Non meno importanti, però, per la loro funzione decorativa e spesso anche simbolica, sono i dettagli che completano e rifiniscono le scene.
I costoloni delle volte, gli sguinci delle monofore, i sottarchi presentano decorazioni a motivi floreali o a festoni; le parti basse delle pareti conservano tracce di “velario” o di “tassellatura” e vale la pena alzare lo sguardo per ammirare le bellissime “rose geometriche”.
È proprio su questi particolari significativi che vogliamo soffermarci e farvi apprezzare in questo nuovo documento.
Il progetto Chiese Romaniche nasce alla fine degli anni Ottanta dalla passione di Marco Actis Grosso per le architetture sacre del medioevo e del primo rinascimento piemontese.
Sin dall’inizio si è configurato come un’iniziativa non profit, fondata sulla collaborazione di numerosi “amici del progetto” e priva di qualsiasi forma di pubblicità o sponsorizzazione.
Nel 1993, quel sogno ha preso forma concreta con l’obiettivo di valorizzare e far conoscere il patrimonio di chiese romaniche, gotiche e rinascimentali del Piemonte.
Sotto l’egida della Fondazione ISPER Carlo Actis Grosso, i primi passi furono la pubblicazione di un breve volume cartaceo e, in seguito, di una serie di CD che documentavano i risultati delle prime ricerche.
Nel 2018, il progetto ha compiuto un passo decisivo con la nascita del dominio www.chieseromaniche.it, continuando a beneficiare del patrocinio della Fondazione e ampliando progressivamente i propri contenuti.
Oggi, il sito rappresenta il risultato di 32 anni di ricerca e dedizione..
Attraverso un meticoloso lavoro di censimento, sostenuto da fonti bibliografiche, rilievi e sopralluoghi, offre una visione completa del patrimonio, anche meno conosciuto, delle chiese romaniche, gotiche e rinascimentali del Piemonte.
Sono attualmente 1.671 le chiese censite.
Dal 2016 è in corso una campagna di verifica e aggiornamento sul campo, che ha arricchito le schede con immagini, filmati, dati pratici e geolocalizzazione su Google Maps ed Earth.
Il sito si propone come un indice ragionato del patrimonio, offrendo informazioni essenziali e rimandando ad altri siti per gli approfondimenti, evitando duplicazioni e mantenendo un approccio documentale ed essenziale.
Oggi sono disponibili 2.561 link di approfondimento a cui si aggiunge un archivio fotografico di 19.193 immagini, il più ampio mai realizzato in Piemonte.
Per alcune chiese particolarmente documentate sono state create 57 gallerie fotografiche dedicate.
La crescita della fototeca è frutto della collaborazione di 52 persone ed enti, che hanno contribuito con le proprie fotografie.
Un’altra sezione fondamentale del sito è il Glossario, che raccoglie992 termini, simboli e attributi per interpretare l’iconografia delle chiese, e l’area Agiografia, che propone 354 schede e 978 immagini dedicate ai santi rappresentati negli affreschi.
Completano il progetto 209 itinerari di scoperta, tra percorsi geografici, tematici e cicloartistici.
Dal 2019 è attiva la newsletter di Chiese Romaniche, giunta oggi al suo 60° numero, e dal 2020 è in corso l’iniziativa “1993–2023: una foto per ogni chiesa”, che mira a completare la documentazione fotografica dell’intero patrimonio.
A oggi sono già state fotografate 1.413 chiese e ne restano 258 da completare.
Nel 2022 è nata la collana “Documenti di Chiese Romaniche”, che ha pubblicato sinora 21 studi e ricerche originali, offrendo spazio a contributi specialistici e testimonianze sul patrimonio sacro del territorio.
Nel 2024, il progetto si è esteso anche alla Valle d’Aosta, dove proseguono il lavoro di rilevazione e la campagna fotografica dedicata.
Nel 2025, il sito si è ulteriormente ampliato con la nascita delle sezioni “Articoli”, “Borghi e Memorie di Pietra e Arte” e “Racconti”, pensate per condividere approfondimenti, esperienze di visita e riflessioni.
Dopo oltre trent’anni, Chiese Romaniche continua a crescere, mantenendo intatto il suo spirito originario: far conoscere e custodire la storia, l’arte e la spiritualità delle chiese del Piemonte e della Valle d’Aosta, patrimonio comune da scoprire e condividere.