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Ci sono luoghi che parlano sottovoce, ma sanno raccontare molto a chi sa ascoltare.
Le chiese cimiteriali delle colline astigiane sono tra questi: architetture silenziose, immerse nella quiete dei paesaggi monferrini, testimoni di un passato che continua a pulsare sotto le pietre e gli affreschi.
Sono luoghi in cui il tempo sembra sospendersi, e con esso la frenesia del presente.
Varcando la soglia di queste piccole chiese, ci si trova immersi in un’atmosfera fatta di spiritualità, arte e memoria collettiva.
In questo numero vi invitiamo a riscoprire il valore di queste cappelle, spesso nate come fulcro della vita dei villaggi e poi rimaste come custodi silenziose della nostra storia più intima.
Un viaggio che si apre con l’articolo introduttivo a cura di Giancarla Rosso e prosegue con le schede dedicate a due significative chiese cimiteriali.
Due approfondimenti della biblioteca di Chiese Romaniche, a cura di Piero Balestrino, ci accompagnano alla scoperta di altre due cappelle, arricchendo il racconto con dettagli storici e artistici.
Un itinerario tematico, una mappa tematica e una galleria fotografica completano l’esperienza, guidandoci tra paesaggi e architetture.
A concludere il percorso, la scheda agiografica dedicata a San Martino di Tours, patrono di tre delle chiese cimiteriali presentate, che ci invita a rileggere il nostro viaggio con occhi carichi di spiritualità e memoria.
Vi auguriamo una piacevole lettura e non vediamo l’ora di ritrovarvi nel prossimo appuntamento di maggio, per proseguire insieme questo lungo viaggio tra arte, storia e spiritualità!
Le reliquie ci appaiono come una delle più interessanti manifestazioni del Medioevo oscuro e superstizioso.
E con ragione!
Se togliamo loro la polvere del tempo, scopriremo storie affascinanti e personaggi indimenticabili.
Soprattutto, attraverso di loro possiamo stabilire una connessione diretta con uomini e donne del passato e guardare 2000 anni di storia in modo nuovo.
La polvere del mantello di san Martino, il dentino da latte di Gesù Bambino, migliaia e migliaia di frammenti della Vera Croce recuperata da sant’Elena: se scorriamo l’elenco delle innumerevoli reliquie conservate nei nostri santuari e nelle nostre chiese, non possiamo trattenere lo stupore e l’ironia per una ‘tipica’ testimonianza della superstizione e dell’oscurantismo medievale.
Ma se quello delle reliquie può apparire un mondo esclusivamente connesso con l’aspetto devozionale, con la fede e con l’esaltazione del sacro, esplorare le storie a loro legate ci conduce in un inedito mondo fatto di viaggi avventurosi, raggiri, contese teologiche, battaglie campali e rapporti di potere secolari.
Basta ricordare l’importanza che hanno per Venezia e Bari le reliquie di san Marco e san Nicola, rispettivamente trafugate da Alessandria d’Egitto e da Myra.
Sono storie che vedono protagonisti non solo santi e uomini di Chiesa, ma anche sovrani, condottieri, donne straordinarie, nobili e personaggi minori come pirati, ladri,abili millantatori e tanta povera gente in buona fede.
Inseguendo queste storie il lettore sarà trasportato dal palazzo imperiale di Costantinopoli a ciò che resta del Calvario presso Gerusalemme, dal cuore dell’Arabia alla brumosa Britannia, dalle abbazie ai palazzi reali, dalle piccole pievi rurali fino alle cattedrali delle più grandi città d’Europa.
La Madonna del Boschetto. Arte medievale a Frossasco e dintorni, curato da P. Gilli e pubblicato nel 2005 dal Centro Studi Piemontesi nella collana "Un filo d'arte", è un volume di 78 pagine che esplora il patrimonio artistico medievale di Frossasco e delle sue vicinanze.
Il libro si concentra sulla cappella della Madonna del Boschetto, analizzando la sua architettura e gli affreschi, inserendola nel contesto più ampio della vita religiosa e artistica del territorio tra Medioevo ed età moderna .
Attraverso contributi di studiosi, l'opera offre una panoramica dettagliata delle espressioni artistiche e delle pratiche devozionali locali.
Questo volume rappresenta una risorsa preziosa per chi è interessato alla storia dell'arte medievale piemontese, offrendo spunti per ulteriori ricerche e approfondimenti sul patrimonio culturale della regione.
La chiesa di San Felice a Cinaglio, risalente alla fine del IX secolo, sorge su una collinetta accanto al cimitero.
Nata con la funzione di chiesa parrocchiale col tempo è stata destinata a semplice chiesa cimiteriale.
La parte più antica è l’abside romanica che presenta una decorazione ad archetti pensili.
La torre campanaria, di cui era dotata fino al 1700, è ora scomparsa.
L’interno è ad aula rettangolare con tre volte a vela.
Gli affreschi dell’abside, all’interno, risalgono al XV secolo e sono attribuiti a pittori itineranti.
Nella volta vi troviamo un Cristo Pantocratore circondato dai simboli dei quattro Evangelisti.
Nella fascia sottostante, oltre ad alcuni Santi ed al committente, sono raffigurati i dodici Apostoli.
Le pareti dell’aula, di più recente costruzione sono state dipinte dal pittore Giovanni Lamberti a metà del secolo scorso.
La chiesa di Santa Maria Assunta o Santa Maria dei Morti sorge su un poggio nei pressi del cimitero.
Risale al XII secolo, donata da Federico I Barbarossa al Marchese Guglielmo di Monferrato insieme ai borghi di Marentino e Brusasco.
Con lo svilupparsi del borgo venne costruita una nuova parrocchiale, omonima, ma più centrale rispetto alle nuove costruzioni e questa chiesa venne declassata a sola chiesa cimiteriale.
La facciata presenta mattoni alternati a conci di arenaria.
Il corpo centrale ha il tetto a doppio spiovente.
Il portale è sormontato da una lunetta ed è situato sotto un arco a tutto sesto in mattoni ed arenaria.
Sul fianco sud vi era la cosiddetta “porta dei morti”, ora ridotta a finestra.
Tutto il perimetro del sottotetto presenta una fila di archetti pensili con peducci raffiguranti bizzarre sculture.
L’aula misura sei metri per dodici con abside semicircolare.
Le pareti sono spoglie e gli affreschi, in parte di Guglielmetto Fantini ed in parte di un frescante sconosciuto, sono concentrati nell’abside.
Sulla volta dell’abside è raffigurato un compianto sul Cristo morto, mentre sulla parete del catino absidale sono raffigurati alcuni Santi: Cristoforo col Bambino Gesù, Giacomo, Sebastiano, una Madonna del latte, Valeriano con altri due non identificabili, Lucia e Stefano.
La cattedrale non è solo un edificio religioso, ma un luogo vivo e pulsante, dove arte, fede e comunità si intrecciano, continuando a rappresentare un punto di riferimento culturale e spirituale per il territorio che la ospita.
Attraverso i secoli, queste maestose architetture hanno custodito memorie collettive, riti e tradizioni, diventando custodi della storia locale e testimoni silenziosi del passare del tempo.
Ogni cattedrale porta con sé elementi unici che ne rafforzano l’identità e ne raccontano la storia: pavimenti musivi, cripte paleocristiane, antichi manoscritti e reliquie di santi ne fanno non solo luoghi di culto, ma anche autentici scrigni di tesori storico-artistici.
In molti casi, leggende locali ed eventi miracolosi hanno contribuito ad accrescere la loro fama, trasformandole in mete di pellegrinaggi e celebrazioni solenni.
Piemonte e Valle d'Aosta, suddivise in 16 diocesi, ospitano 17 cattedrali, di cui ben 16 risalenti al periodo oggetto del nostro approfondimento.
La presenza di una cattedrale in più rispetto al numero delle diocesi si spiega con la storia della diocesi di Fossano: istituita nel 1817 con la separazione dalla diocesi di Cuneo, è stata poi riunificata nel 2023, creando la diocesi di Cuneo-Fossano.
Questo intreccio di storia ecclesiastica e territoriale arricchisce ulteriormente il patrimonio culturale della regione.
Anche questo mese, il nostro viaggio parte grazie all’instancabile lavoro di Piero Balestrino, questa volta in collaborazione con Giancarla Rosso.
Hanno pubblicato il decimo documento esclusivo su chieseromaniche.it, dedicato alla Cattedrale di Asti, intitolata a Santa Maria Assunta e San Gottardo.
Un’opera preziosa che ci guida alla scoperta di un capolavoro gotico tra i più significativi del Piemonte.
Il nostro percorso esplorativo inizia dalla Cattedrale di San Giusto a Susa, in provincia di Torino, simbolo di una tradizione millenaria, e prosegue con la maestosa Cattedrale di Notre-Dame, o Santa Maria Assunta, ad Aosta, un crocevia di arte e fede incastonato tra le montagne valdostane.
La parola del mese, “Cattedrale”, ci invita ad approfondire il significato profondo di questo termine, intriso di storia e tradizione, offrendoci l’occasione di esplorare le altre cattedrali del Piemonte e della Valle d’Aosta.
Non è un caso che ben sei delle diciassette cattedrali di queste regioni siano dedicate a Maria Assunta, la figura mariana che più di ogni altra incarna l’ideale di purezza e ascensione celeste, a cui è dedicata la scheda del Santo del Mese.
La Galleria Fotografica Tematica prosegue, infine, il suo lunghissimo viaggio attraverso gli Archetti Pensili, un elemento decorativo distintivo presente in molte delle chiese che esploreremo insieme.
Vi auguriamo una piacevole lettura e non vediamo l’ora di ritrovarvi nel prossimo appuntamento di aprile, per proseguire insieme questo straordinario viaggio tra arte, storia e spiritualità!
La tradizione narrativa solitamente presentata riguardo alle origini della Cattedrale di Asti riferisce di quattro successivi fabbricati, il più antico dei quali sarebbe sorto fuori dalle mura, sul luogo del martirio di San Secondo, patrono della città.
La cripta dell’attuale chiesa dedicata al Santo Patrono sarebbe stata dunque la primitiva Cattedrale sorta tra il III e il V secolo.
Dalla prima metà del secolo V la città sentì l’esigenza di avere una chiesa più adatta e più sicura, entro il recinto delle mura; questa, secondo il Dacquino, sarebbe da identificarsi con il luogo di sepoltura di Sant’Aniano, primo Vescovo di Asti, cioè la chiesa di San Giovanni, provvista di cripta con fonte battesimale.
Don Matteo Scapino nel suo libro, infatti, riferisce l’esistenza nell’archivio capitolare di una documentazione datata 886, relativa ad una seconda Cattedrale edificata in prossimità di una necropoli romana, utilizzando ed adattando molto probabilmente sul lato nord, un tempio pagano preesistente, si pensa dedicato a Giunone.
Durante i lavori di adattamento, la chiesa del San Giovanni sarebbe stata utilizzata come provvisoria cattedrale.
Sino al secolo XII, quindi, esistette per così dire, una doppia Cattedrale composta…
Il progetto di Chiese Romaniche nasce alla fine degli anni '80, frutto della passione di Marco Actis Grosso per le meraviglie delle chiese romaniche.
Sin dall'origine è un progetto non profit basato sulla collaborazione di "amici del progetto" e il sito non ospita banner pubblicitari e sponsorizzazioni.
Nel 1993, questo sogno si concretizza, con l'obiettivo di far conoscere e valorizzare il patrimonio di chiese romaniche, ma anche gotiche e rinascimentali, presenti in Piemonte.
Inizialmente operante sotto la “Fondazione ISPER Carlo Actis Grosso”, il progetto ha mosso i suoi primi passi con la pubblicazione di un breve volume cartaceo e successivamente con una serie di CD.
Nel 2018, il sito web ha assunto un dominio proprio, continuando a beneficiare del patrocinio e del sostegno della Fondazione.
Oggi, il sito www.chieseromaniche.it rappresenta il risultato di anni di dedizione e lavoro.
Attraverso un meticoloso lavoro di censimento, supportato da fonti bibliografiche e sopralluoghi, il sito offre un'ampia panoramica sul patrimonio, anche meno conosciuto, di chiese romaniche, gotiche e rinascimentali in Piemonte.
Attualmente, sono state schedate ben 1.660 chiese.
Dal 2016, è iniziata una fase di verifica sul campo delle informazioni, che ha portato all'arricchimento delle schede con immagini, filmati, indicazioni pratiche e localizzazione su Google Maps e Google Earth.
Lo spirito del sito è quello di fungere da indice delle chiese, supportato da informazioni essenziali, rimandando ad altri siti per approfondimenti, evitando così duplicazioni inutili.
Attualmente, sono disponibili 2.485 link di approfondimento
Un aspetto fondamentale del sito è il supporto iconografico, che consente di conoscere le chiese anche a chi non ha la possibilità di visitare la regione.
L'archivio fotografico, il più vasto disponibile in Piemonte, conta 16.113 foto.
Per alcune chiese con un numero elevato di fotografie, sono state create 46 specifiche “gallerie fotografiche” con fotografie.
La crescita della fototeca è stata possibile grazie alla collaborazione di 48 persone ed enti, che hanno contribuito in modo occasionale o sistematico.
Inoltre, il sito è arricchito da un glossario con 968 termini, simboli e attributi, e da una sezione dedicata all'agiografia, pensata per facilitare la comprensione degli affreschi presenti nelle chiese, con 320 schede e 774 Fotografie.
Sono stati ipotizzati 201 itinerari di scoperta, che comprendono percorsi geografici, tematici e cicloartistici..
Nel 2019, è stata lanciata la newsletter di chieseromaniche.it giunta al 54° numero, mentre nel 2020 è iniziato il progetto “1993-2023 - 30 anni di chieseromaniche: una foto per ogni chiesa”, con l'obiettivo di avere almeno una foto per ogni chiesa censita.
Sebbene il progetto sia stato rallentato dalla pandemia, sono già state fotografate 1.350 chiese e restano 310 chiese da fotografare.
Infine, nel 2024, il progetto si è esteso anche alla Valle d'Aosta, dove sono già state censite e geolocalizzate le chiese, dando inizio a un lavoro di rilevo sul campo e a una campagna fotografica.
In questo modo, Chiese Romaniche continua a crescere e a promuovere la storia, l'arte e la spiritualità delle chiese del Piemonte e ora della Valle d'Aosta, invitando tutti a scoprire e apprezzare questo patrimonio inestimabile.