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La Cappella di San Lorenzo, detta anche Cappella del Conte, è stata eretta in un’area considerata sacra già nel IV secolo prima di Cristo, come dimostrato dalla coppella nella roccia rinvenuta a sud dell’abside e utilizzata dai Celti per i riti sacrificali.
Con il cristianesimo il luogo venne purificato diventando così il punto di riferimento per la popolazione locale.
Lorenzetto Bertrandi, signore del vicino castello di San Giorio, la fece costruire come cappella cimiteriale nel 1328 dedicandola al suo protettore: San Lorenzo.
All’origine era affrescata sia all’interno che all’esterno.
L’abside è dominata dalla raffigurazione della Crocifissione con Cristo in croce al centro dell’affresco…
La presenza dei santi in Piemonte colpisce per la sua ampiezza e varietà. Si parte dai secoli più antichi del cristianesimo, già dai tempi di san Pietro apostolo, che avrebbe percorso la Valle di Susa per cristianizzare la regione; si prosegue con personaggi che sfumano nella leggenda, come i martiri della Legione Tebea; poi, avanzando nei secoli attraverso religiosi e laici dediti alla penitenza e alla carità, si arriva ai cosiddetti santi sociali ottocenteschi, come don Bosco o il Cottolengo, fin dentro il secolo appena trascorso. Questo libro, che è insieme repertorio biografico dei santi e raccolta di leggende, aneddoti e proverbi, offre una galleria di ritratti di più di 500 santi di ogni epoca che in qualche modo hanno avuto a che fare con il Piemonte: o perché vi sono nati e vissuti, o perché vi vengono venerati. Di ciascuno di essi viene raccontata la storia; vengono ricordati gli attributi che li caratterizzano e aiutano a riconoscerli nell'iconografia; sono riportati i principali proverbi piemontesi a essi ispirati; vengono infine indicati i luoghi della regione che hanno dedicato loro degli edifici di culto e delle opere d'arte, e le località che dai santi hanno preso il nome. Si delinea così un'interessante geografia del sacro e del meraviglioso: dove la meraviglia sta nelle storie straordinarie dei santi, ma anche nella bellezza delle opere d'arte che hanno ispirato, spesso nascoste in angoli poco noti, ma capaci di offrire incantevoli suggestioni.
Le reliquie ci appaiono come una delle più interessanti manifestazioni del Medioevo oscuro e superstizioso.
E con ragione!
Se togliamo loro la polvere del tempo, scopriremo storie affascinanti e personaggi indimenticabili.
Soprattutto, attraverso di loro possiamo stabilire una connessione diretta con uomini e donne del passato e guardare 2000 anni di storia in modo nuovo.
La polvere del mantello di san Martino, il dentino da latte di Gesù Bambino, migliaia e migliaia di frammenti della Vera Croce recuperata da sant’Elena: se scorriamo l’elenco delle innumerevoli reliquie conservate nei nostri santuari e nelle nostre chiese, non possiamo trattenere lo stupore e l’ironia per una ‘tipica’ testimonianza della superstizione e dell’oscurantismo medievale.
Ma se quello delle reliquie può apparire un mondo esclusivamente connesso con l’aspetto devozionale, con la fede e con l’esaltazione del sacro, esplorare le storie a loro legate ci conduce in un inedito mondo fatto di viaggi avventurosi, raggiri, contese teologiche, battaglie campali e rapporti di potere secolari.
Basta ricordare l’importanza che hanno per Venezia e Bari le reliquie di san Marco e san Nicola, rispettivamente trafugate da Alessandria d’Egitto e da Myra.
Sono storie che vedono protagonisti non solo santi e uomini di Chiesa, ma anche sovrani, condottieri, donne straordinarie, nobili e personaggi minori come pirati, ladri,abili millantatori e tanta povera gente in buona fede.
Inseguendo queste storie il lettore sarà trasportato dal palazzo imperiale di Costantinopoli a ciò che resta del Calvario presso Gerusalemme, dal cuore dell’Arabia alla brumosa Britannia, dalle abbazie ai palazzi reali, dalle piccole pievi rurali fino alle cattedrali delle più grandi città d’Europa.
La Madonna del Boschetto. Arte medievale a Frossasco e dintorni, curato da P. Gilli e pubblicato nel 2005 dal Centro Studi Piemontesi nella collana "Un filo d'arte", è un volume di 78 pagine che esplora il patrimonio artistico medievale di Frossasco e delle sue vicinanze.
Il libro si concentra sulla cappella della Madonna del Boschetto, analizzando la sua architettura e gli affreschi, inserendola nel contesto più ampio della vita religiosa e artistica del territorio tra Medioevo ed età moderna .
Attraverso contributi di studiosi, l'opera offre una panoramica dettagliata delle espressioni artistiche e delle pratiche devozionali locali.
Questo volume rappresenta una risorsa preziosa per chi è interessato alla storia dell'arte medievale piemontese, offrendo spunti per ulteriori ricerche e approfondimenti sul patrimonio culturale della regione.
Luglio e agosto ci guidano, come ogni anno, verso la notte delle stelle cadenti e verso la memoria di San Lorenzo, figura luminosa della Chiesa e della tradizione popolare.
A lui abbiamo voluto dedicare questo numero estivo, raccogliendo percorsi, immagini, approfondimenti e agiografie che attraversano il Piemonte e la Valle d’Aosta sulle tracce della sua devozione.
Dai 1388 metri dell’Alpe Seccio sopra Boccioleto, raggiungibile solo a piedi, fino al sottosuolo di Aosta, dove la basilica paleocristiana ci parla delle radici della fede, questo viaggio ci porta a riscoprire l’intensità dei luoghi, dei simboli e della memoria.
Non mancano i contributi d’autore: due nuovi Documenti ci accompagnano tra i capitelli parlanti della chiesa di Montiglio e gli affreschi della Cappella del Conte a San Giorio di Susa, mentre la galleria fotografica del mese ci conduce a Settimo Vittone, uno dei più suggestivi complessi romanico-carolingi della regione.
Chi ama esplorare può seguire l’itinerario alla scoperta degli affreschi di San Lorenzo, tra lago d’Orta e Valsesia, o lasciarsi guidare dall’agiografia che ne traccia con semplicità la grandezza spirituale.
A chi resta, a chi parte, a chi cammina per fede, arte o semplice bellezza, una buona estate sulle tracce della storia.
E, nella notte del 10 agosto, uno sguardo al cielo.
Vi auguriamo una piacevole lettura, buone ferie e non vediamo l’ora di ritrovarvi nel prossimo appuntamento di settembre, per proseguire insieme questo lungo viaggio tra arte, storia e spiritualità!
La chiesa di San Lorenzo a Montiglio fu la prima parrocchiale nonché una delle più antiche della Diocesi di appartenenza, quella di Vercelli.
L’interesse maggiore della chiesa di San Lorenzo lo destano i capitelli, tutti diversi fra loro, decorati con motivi floreali, intrecci, figure mostruose e altro ancora.
In questo documento andremo ad esaminarli ad uno ad uno per scoprire le loro simbologie.
Il primo capitello presenta due Angeli Cherubini tra motivi di foglie di acanto, anche se col passare del tempo la loro fisionomia è stata cancellata…
San Lorenzo nacque a Osca nel 235 e fu allievo di Sisto II, che lo ordinò diacono e lo nominò responsabile della carità nella Chiesa di Roma.
Durante le persecuzioni dell’imperatore Valeriano, Lorenzo fu arrestato e ucciso, secondo la tradizione su una graticola, dopo aver distribuito i beni della Chiesa ai poveri.
È rappresentato spesso con la dalmatica, la graticola e il borsello delle elemosine.
Il suo corpo è sepolto a Roma, dove sorse poi la Basilica di San Lorenzo fuori le mura.
La notte del 10 agosto, festa del santo, coincide con le Perseidi, fenomeno astronomico anticamente legato al culto pagano di Priapo e poi associato alle “lacrime” del martire.
Il poeta Pascoli ha reso celebre questa data con i versi struggenti della poesia X agosto, evocando il dolore per le ingiustizie umane.
Un proverbio astigiano ricorda infine che in quel periodo comincia la maturazione dell’uva nelle colline piemontesi.
La Cappella di San Lorenzo, detta anche Cappella del Conte, è stata eretta in un’area considerata sacra già nel IV secolo prima di Cristo, come dimostrato dalla coppella nella roccia rinvenuta a sud dell’abside e utilizzata dai Celti per i riti sacrificali.
Con il cristianesimo il luogo venne purificato diventando così il punto di riferimento per la popolazione locale.
Lorenzetto Bertrandi, signore del vicino castello di San Giorio, la fece costruire come cappella cimiteriale nel 1328 dedicandola al suo protettore: San Lorenzo.
All’origine era affrescata sia all’interno che all’esterno.
L’abside è dominata dalla raffigurazione della Crocifissione con Cristo in croce al centro dell’affresco…
La presenza dei santi in Piemonte colpisce per la sua ampiezza e varietà. Si parte dai secoli più antichi del cristianesimo, già dai tempi di san Pietro apostolo, che avrebbe percorso la Valle di Susa per cristianizzare la regione; si prosegue con personaggi che sfumano nella leggenda, come i martiri della Legione Tebea; poi, avanzando nei secoli attraverso religiosi e laici dediti alla penitenza e alla carità, si arriva ai cosiddetti santi sociali ottocenteschi, come don Bosco o il Cottolengo, fin dentro il secolo appena trascorso. Questo libro, che è insieme repertorio biografico dei santi e raccolta di leggende, aneddoti e proverbi, offre una galleria di ritratti di più di 500 santi di ogni epoca che in qualche modo hanno avuto a che fare con il Piemonte: o perché vi sono nati e vissuti, o perché vi vengono venerati. Di ciascuno di essi viene raccontata la storia; vengono ricordati gli attributi che li caratterizzano e aiutano a riconoscerli nell'iconografia; sono riportati i principali proverbi piemontesi a essi ispirati; vengono infine indicati i luoghi della regione che hanno dedicato loro degli edifici di culto e delle opere d'arte, e le località che dai santi hanno preso il nome. Si delinea così un'interessante geografia del sacro e del meraviglioso: dove la meraviglia sta nelle storie straordinarie dei santi, ma anche nella bellezza delle opere d'arte che hanno ispirato, spesso nascoste in angoli poco noti, ma capaci di offrire incantevoli suggestioni.
Le reliquie ci appaiono come una delle più interessanti manifestazioni del Medioevo oscuro e superstizioso.
E con ragione!
Se togliamo loro la polvere del tempo, scopriremo storie affascinanti e personaggi indimenticabili.
Soprattutto, attraverso di loro possiamo stabilire una connessione diretta con uomini e donne del passato e guardare 2000 anni di storia in modo nuovo.
La polvere del mantello di san Martino, il dentino da latte di Gesù Bambino, migliaia e migliaia di frammenti della Vera Croce recuperata da sant’Elena: se scorriamo l’elenco delle innumerevoli reliquie conservate nei nostri santuari e nelle nostre chiese, non possiamo trattenere lo stupore e l’ironia per una ‘tipica’ testimonianza della superstizione e dell’oscurantismo medievale.
Ma se quello delle reliquie può apparire un mondo esclusivamente connesso con l’aspetto devozionale, con la fede e con l’esaltazione del sacro, esplorare le storie a loro legate ci conduce in un inedito mondo fatto di viaggi avventurosi, raggiri, contese teologiche, battaglie campali e rapporti di potere secolari.
Basta ricordare l’importanza che hanno per Venezia e Bari le reliquie di san Marco e san Nicola, rispettivamente trafugate da Alessandria d’Egitto e da Myra.
Sono storie che vedono protagonisti non solo santi e uomini di Chiesa, ma anche sovrani, condottieri, donne straordinarie, nobili e personaggi minori come pirati, ladri,abili millantatori e tanta povera gente in buona fede.
Inseguendo queste storie il lettore sarà trasportato dal palazzo imperiale di Costantinopoli a ciò che resta del Calvario presso Gerusalemme, dal cuore dell’Arabia alla brumosa Britannia, dalle abbazie ai palazzi reali, dalle piccole pievi rurali fino alle cattedrali delle più grandi città d’Europa.
La Madonna del Boschetto. Arte medievale a Frossasco e dintorni, curato da P. Gilli e pubblicato nel 2005 dal Centro Studi Piemontesi nella collana "Un filo d'arte", è un volume di 78 pagine che esplora il patrimonio artistico medievale di Frossasco e delle sue vicinanze.
Il libro si concentra sulla cappella della Madonna del Boschetto, analizzando la sua architettura e gli affreschi, inserendola nel contesto più ampio della vita religiosa e artistica del territorio tra Medioevo ed età moderna .
Attraverso contributi di studiosi, l'opera offre una panoramica dettagliata delle espressioni artistiche e delle pratiche devozionali locali.
Questo volume rappresenta una risorsa preziosa per chi è interessato alla storia dell'arte medievale piemontese, offrendo spunti per ulteriori ricerche e approfondimenti sul patrimonio culturale della regione.
Luglio e agosto ci guidano, come ogni anno, verso la notte delle stelle cadenti e verso la memoria di San Lorenzo, figura luminosa della Chiesa e della tradizione popolare.
A lui abbiamo voluto dedicare questo numero estivo, raccogliendo percorsi, immagini, approfondimenti e agiografie che attraversano il Piemonte e la Valle d’Aosta sulle tracce della sua devozione.
Dai 1388 metri dell’Alpe Seccio sopra Boccioleto, raggiungibile solo a piedi, fino al sottosuolo di Aosta, dove la basilica paleocristiana ci parla delle radici della fede, questo viaggio ci porta a riscoprire l’intensità dei luoghi, dei simboli e della memoria.
Non mancano i contributi d’autore: due nuovi Documenti ci accompagnano tra i capitelli parlanti della chiesa di Montiglio e gli affreschi della Cappella del Conte a San Giorio di Susa, mentre la galleria fotografica del mese ci conduce a Settimo Vittone, uno dei più suggestivi complessi romanico-carolingi della regione.
Chi ama esplorare può seguire l’itinerario alla scoperta degli affreschi di San Lorenzo, tra lago d’Orta e Valsesia, o lasciarsi guidare dall’agiografia che ne traccia con semplicità la grandezza spirituale.
A chi resta, a chi parte, a chi cammina per fede, arte o semplice bellezza, una buona estate sulle tracce della storia.
E, nella notte del 10 agosto, uno sguardo al cielo.
Vi auguriamo una piacevole lettura, buone ferie e non vediamo l’ora di ritrovarvi nel prossimo appuntamento di settembre, per proseguire insieme questo lungo viaggio tra arte, storia e spiritualità!
La chiesa di San Lorenzo a Montiglio fu la prima parrocchiale nonché una delle più antiche della Diocesi di appartenenza, quella di Vercelli.
L’interesse maggiore della chiesa di San Lorenzo lo destano i capitelli, tutti diversi fra loro, decorati con motivi floreali, intrecci, figure mostruose e altro ancora.
In questo documento andremo ad esaminarli ad uno ad uno per scoprire le loro simbologie.
Il primo capitello presenta due Angeli Cherubini tra motivi di foglie di acanto, anche se col passare del tempo la loro fisionomia è stata cancellata…
San Lorenzo nacque a Osca nel 235 e fu allievo di Sisto II, che lo ordinò diacono e lo nominò responsabile della carità nella Chiesa di Roma.
Durante le persecuzioni dell’imperatore Valeriano, Lorenzo fu arrestato e ucciso, secondo la tradizione su una graticola, dopo aver distribuito i beni della Chiesa ai poveri.
È rappresentato spesso con la dalmatica, la graticola e il borsello delle elemosine.
Il suo corpo è sepolto a Roma, dove sorse poi la Basilica di San Lorenzo fuori le mura.
La notte del 10 agosto, festa del santo, coincide con le Perseidi, fenomeno astronomico anticamente legato al culto pagano di Priapo e poi associato alle “lacrime” del martire.
Il poeta Pascoli ha reso celebre questa data con i versi struggenti della poesia X agosto, evocando il dolore per le ingiustizie umane.
Un proverbio astigiano ricorda infine che in quel periodo comincia la maturazione dell’uva nelle colline piemontesi.
La Cappella di San Lorenzo, detta anche Cappella del Conte, è stata eretta in un’area considerata sacra già nel IV secolo prima di Cristo, come dimostrato dalla coppella nella roccia rinvenuta a sud dell’abside e utilizzata dai Celti per i riti sacrificali.
Con il cristianesimo il luogo venne purificato diventando così il punto di riferimento per la popolazione locale.
Lorenzetto Bertrandi, signore del vicino castello di San Giorio, la fece costruire come cappella cimiteriale nel 1328 dedicandola al suo protettore: San Lorenzo.
All’origine era affrescata sia all’interno che all’esterno.
L’abside è dominata dalla raffigurazione della Crocifissione con Cristo in croce al centro dell’affresco…
Il progetto di Chiese Romaniche nasce alla fine degli anni '80, frutto della passione di Marco Actis Grosso per le meraviglie delle chiese romaniche.
Sin dall'origine è un progetto non profit basato sulla collaborazione di "amici del progetto" e il sito non ospita banner pubblicitari e sponsorizzazioni.
Nel 1993, questo sogno si concretizza, con l'obiettivo di far conoscere e valorizzare il patrimonio di chiese romaniche, ma anche gotiche e rinascimentali, presenti in Piemonte.
Inizialmente operante sotto la “Fondazione ISPER Carlo Actis Grosso”, il progetto ha mosso i suoi primi passi con la pubblicazione di un breve volume cartaceo e successivamente con una serie di CD.
Nel 2018, il sito web ha assunto un dominio proprio, continuando a beneficiare del patrocinio e del sostegno della Fondazione.
Oggi, il sito www.chieseromaniche.it rappresenta il risultato di anni di dedizione e lavoro.
Attraverso un meticoloso lavoro di censimento, supportato da fonti bibliografiche e sopralluoghi, il sito offre un'ampia panoramica sul patrimonio, anche meno conosciuto, di chiese romaniche, gotiche e rinascimentali in Piemonte.
Attualmente, sono state schedate ben 1.663 chiese.
Dal 2016, è iniziata una fase di verifica sul campo delle informazioni, che ha portato all'arricchimento delle schede con immagini, filmati, indicazioni pratiche e localizzazione su Google Maps e Google Earth.
Lo spirito del sito è quello di fungere da indice delle chiese, supportato da informazioni essenziali, rimandando ad altri siti per approfondimenti, evitando così duplicazioni inutili.
Attualmente, sono disponibili 2.543 link di approfondimento
Un aspetto fondamentale del sito è il supporto iconografico, che consente di conoscere le chiese anche a chi non ha la possibilità di visitare la regione.
L'archivio fotografico, il più vasto disponibile in Piemonte, conta 18.386 foto.
Per alcune chiese con un numero elevato di fotografie, sono state create 53 specifiche “gallerie fotografiche” con fotografie.
La crescita della fototeca è stata possibile grazie alla collaborazione di 49 persone ed enti, che hanno contribuito in modo occasionale o sistematico.
Inoltre, il sito è arricchito da un glossario con 983 termini, simboli e attributi, e da una sezione dedicata all'agiografia, pensata per facilitare la comprensione degli affreschi presenti nelle chiese, con 345 schede e 887 Fotografie.
Sono stati ipotizzati 203 itinerari di scoperta, che comprendono percorsi geografici, tematici e cicloartistici..
Nel 2019, è stata lanciata la newsletter di chieseromaniche.it giunta al 57° numero, mentre nel 2020 è iniziato il progetto “1993-2023 - 30 anni di chieseromaniche: una foto per ogni chiesa”, con l'obiettivo di avere almeno una foto per ogni chiesa censita.
Sebbene il progetto sia stato rallentato dalla pandemia, sono già state fotografate 1.382 chiese e restano 281 chiese da fotografare.
Infine, nel 2024, il progetto si è esteso anche alla Valle d'Aosta, dove sono già state censite e geolocalizzate le chiese, dando inizio a un lavoro di rilevo sul campo e a una campagna fotografica.
In questo modo, Chiese Romaniche continua a crescere e a promuovere la storia, l'arte e la spiritualità delle chiese del Piemonte e ora della Valle d'Aosta, invitando tutti a scoprire e apprezzare questo patrimonio inestimabile.