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La quercia è tra gli alberi più rappresentati nell’arte e nella letteratura medievale. |
Nel pensiero cristiano medievale la quercia rappresenta la forza della fede, la stabilità della virtù e la resistenza nella prova.
È simbolo dell’uomo giusto che affonda le radici nella legge divina e cresce saldo nel tempo.
In ambito morale, il legno robusto e la lunga vita della pianta alludono alla perseveranza e alla sapienza.
In alcune letture monastiche la quercia simboleggia anche l’umiltà del credente, perché il suo frutto, la ghianda, cresce a terra pur provenendo da un albero maestoso.
Nella tradizione cavalleresca assume valore di fedeltà e onore duraturo, mentre in quella teologica è immagine della Croce come albero della salvezza, per la solidità e la durezza del suo legno.
In scultura romanica la quercia compare in fregi e capitelli con foglie stilizzate e ghiande inserite in motivi a tralcio.
Nei manoscritti miniati e nei mosaici è impiegata come albero del Paradiso o come elemento del paesaggio simbolico, talvolta accostata al cedro e all’ulivo.
Nelle raffigurazioni mariane o dei santi eremiti può comparire come ambiente naturale che suggerisce rifugio e contemplazione.
In epoca gotica il motivo della foglia di quercia viene ripreso nei decori architettonici, negli stalli lignei e nei paramenti, spesso come segno di forza spirituale e di durata della fede nel tempo.
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