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Il velario nell’arte romanica è quell’elemento pittorico che compare spesso come motivo decorativo nelle absidi, dipinto nella parte inferiore delle superfici murarie, al di sotto della zona destinata alla raffigurazione delle teofanie o dei cicli cristologici.
Si tratta di una finta tenda, resa con pieghe, cordoni e anelli, che imita un drappo prezioso steso a protezione e al tempo stesso a delimitazione dello spazio sacro.
La sua funzione è insieme simbolica ed estetica: richiama l’idea della cortina del Tempio di Gerusalemme, che separava il Santo dei Santi dal resto del santuario, e dunque allude al mistero della presenza divina custodita nell’altare e nell’abside.
Al tempo stesso, crea una sorta di inquadratura scenica che esalta l’immagine sovrastante del Cristo in maestà, della Vergine o dei santi, come se questi apparissero al fedele oltre un velo che si apre.
Nella cultura romanica, il velario si lega all’uso liturgico dei drappi e delle cortine che effettivamente ornavano i luoghi sacri, ma in pittura diventa un motivo ricorrente, spesso reso con colori vivaci e con una stilizzazione che sottolinea l’ordine e la solennità dell’insieme.
È un dettaglio che traduce la spiritualità romanica: mostrare, ma insieme velare, offrire al fedele una soglia da attraversare con lo sguardo e con la fede per accedere al mistero rappresentato sopra.
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Velario - Saint Martin de Queyrières Francia - Sant'Ippolito
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