Notizie generali: chiesa romanico gotica, rifacimento di una precedente ricordata sin dal 1095, fu terminata nel 1189.
Il termine "Abbazia" è di uso corrente almeno dal XVII secolo, quando si cominciava a perdere il senso della distinzione tra queste istituzioni medievali, quasi tutte ormai in grave decadenza e solitamente date in commenda; in realtà si trattava di una "Canonica regolare", almeno fin quando è stata effettivamente sede di una comunità di religiosi, che appare estinta già ai primi del XVI secolo.
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Esterno:
la facciata è romanica con paramento in cotto alternato a fasce orizzontali in arenaria; il portale centrale ornato di rilievi di autori diversi: sugli stipiti simboli degli evangelisti Luca e Marco; nella lunetta Vergine in trono con la colomba dello Spirito Santo tra un Angelo e un devoto. Al di sopra corrono tre gallerie cieche su colonnine di stile pisano-lucchese; la seconda galleria è interrotta da una grande bifora alle cui colonnine sono addossate le statue del Redentore e dei due arcangeli Michele e Raffaele armati rispettivamente di lancia e di spada, probabilmente dei primi del '200, di influenza francese; sopra la bifora una specie di secondo pronao nel quale sono collocati due angeli con un cero in mano alternati a tre medaglioni in ceramica policroma di impronta orientaleggiante e sopra ancora due serafini su una ruota e al culmine, in una nicchia, il busto di Cristo benedicente.
Il portale di sinistra, chiuso, è di forme romaniche e ha nella lunetta un rilievo raffigurante Sant'Ambrogio.
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Interno:
di forme precocemente gotiche di derivazione francese, a due navate absidate (la terza fu inglobata ai primi del '200 nel chiostro), divise da pilastri reggenti archi acuti e volte a crociera costolonate con capitelli scolpiti.
La navata maggiore è tagliata all'altezza della terza campata da un tramezzo, o ambone, o pontile marmoreo simile agli Jubés delle chiese francesi, poggiante su cinque archi ogivali; è ornato da un bassorilievo a due ordini con sculture, la serie inferiore di 35 personaggi (dovrebbero essere 40, ma 5 sono stati dipinti sulle colonne laterali, in seguito ad una modifica della struttura di cui non ci è arrivata documentazione) rappresenta gli antenati di Cristo ed è un'illustrazione letterale dell'inizio del Vangelo di Matteo. La data del 1189 compare in una scritta sulla fascia inferiore del jubé, al di sotto delle sculture; essa pone il completamento dell'opera in quell'anno, "regnante Frederico Imperatore".
Vi si accede tramite una scaletta scavata nel lato verso l'abside.
All'altare maggiore, entro un tabernacolo gotico, trittico in terracotta a rilievo policromo, forse della fine del '400 rappresentante la Madonna col Bambino e un monaco che presenta un re di Francia, forse Carlo VIII, a Sant'Agostino.
Sugli stipiti della finestra centrale dell'abside maggiore rilievi romanico-lombardi in pietra verde raffiguranti l'arcangelo Gabriele e la Vergine Annunziata. .
Il chiostro, cui si accede da una porticina in fondo alla navata di destra è di piccole dimensioni e presenta diverse forme architettoniche nei suoi lati con resti di affreschi del '200 e '300. Nella lunetta sopra la porticina di ingresso madonna col Bambino e due Angeli, affresco stilisticamente vicino alla pittura gotica francese, di arte piemontese databile probabilmente intorno al 1330; a destra si percorre il lato del chiostro ricavato dalla terza navata della chiesa e coperto di affreschi della metà del '300 di cultura padana con influssi lombardi: nella seconda arcata, sulla volta San Gregorio magno; alla parete, dall'alto, Cristo benedicente con i simboli degli evangelisti; Natività con l'offerente presentato alla madonna da un angelo;
rappresentazione dei "tre vivi e dei tre morti" che riprende un motivo iconografico nato in Francia intorno al 1220-1230, e nel secolo successivo ha una grandissima diffusione in Italia e in Francia, per dare poi luogo, nel XV secolo, alle varie forme di "danza macabra".
In basso un defunto in toga rossa steso su di un sarcofago, forse uno dei signori di Rivalba che copre il sepolcro di un conte Radicati morto nel 1370. Di fronte alla parete sopra una bifora affresco di influsso toscano rappresentante il Crocifisso con l'Addolorata; nella quarta e quinta arcata altri affreschi e tracce di una Crocifissione.
I lati seguenti si presentano su otto arcatelle ogivali poggianti su grossi pilastri cilindrici alternati a colonnine; a quattro arcate su pilastri ottagonali; da due arcate su pilastri ottagonali e un'arcata bifora romanica simile alle tre fiancheggianti il lato della chiesa; da quest'ultimo lato, vicino all'ingresso della chiesa, si passa alla sala capitolare con porta fiancheggiata da due bifore su colonnine binate.
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