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Secondo la leggenda figlia di una ricca famiglia siracusana, per ottenere la guarigione della madre avrebbe fatto voto a Sant’Agata di rimanere vergine e donare tutti i suoi beni ai poveri.
Venne denunciata dal promesso sposo al prefetto della città, Pascasio, che la condannò a morire tra atroci tormenti.
Le venne conficcato un pugnale in gola, ma lei continuò a proclamare la sua fede.
Le vennero strappati gli occhi oppure se li sarebbe tolti per mandarli al pretendente che, respinto, l’aveva denunciata.
La leggenda dice che il suo corpo divenne così pesante che fu impossibile smuoverlo.
Rappresenta il modello della vergine saggia che attende lo Sposo con la luce accesa che non viene meno neanche con la morte.
È collegata alla luce dal suo stesso nome, inoltre per le sfasature del calendario con l’anno solare il solstizio venne a cadere proprio il 13 dicembre.
Il martirio sarebbe avvenuto sotto Diocleziano e le spoglie trasferite a Costantinopoli e poi a Venezia oppure in Abruzzo, a Corfino, e poi a Metz.
La storicità di Lucia è confermata dal ritrovamento a Siracusa, nella catacomba a lei dedicata, del suo loculo.
Occhi su un piatto o una patena, coltello piantato in gola, spada o pugnale, buoi, fiamme, lampada accesa, candela, sfondo stellato.
13 dicembre
Della vista, contro il mal di gola.
Dei ciechi e dei malati agli occhi; degli oculisti; delle donne di malavita pentite, dei contadini e artigiani (sarte, sellai, materassai, ecc.) che lavorano con oggetti appuntiti; degli elettricisti.
protezione della vista.
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